Oggi ritorno a parlare di Big Wednesday e non per un obbligo aziendale perchè in realtà posso scrivere di quello che voglio inerente al surf e alla sua cultura ma è difficile non andare a finire a Big Wednesday perchè è il mio preferito e si puo dire che sia l’unico film che narra  la cultura del surf con una visione globale ma anche peculiare. In effetti narra l’implementarsi delle cultura del surf attraverso la fine di una epoca e l’inizio di una altra non meno entusiasmante. Nel surf non ci scontri generazionali ma  cambi generazionali, passaggi, evoluzione, crescita.

Nel film i traumi sono causati dall’esterno , dai non-surfisti e Milius è Milton che racconta il Paradiso perduto ma non ha causa del surfista tentato ma del non surfista con il suo mondo ingombrante e invadente.

Non riesco a non vedere Big Wednesday come un western come un film western per certi versi; i surfer mi sembrano i nativi americani sempre più minacciati e che corrono il rischio di essere rappresentati come simulacri di sakem ad uso vendita e pubblicità di prodotti da drugstore o come cow boy messi sempre più ai margini. Ho sempre associato Milius a Peckinpah ma d’altronde entrambi erano surfer.

Una minaccia al paradiso viene dalla guerra che irrompe nel paradiso e lo perde.

La guerra del Viet-nam. nel viet-nam,contro il Viet-Nam, la guerra non dichiarata che ha traumatizzato una generazione.

L’argomento viene accennato e non approfondito e sarà ripreso in Apocalipse Now di Francis Ford Coppola di cui John Milius è sceneggiatore e che descrive l’eradicamento del surf da Malibù (Dark point in Big Wednesday) e il ricollocamento a Den Hang in Viet Nam durante il conflitto : “..beh, non so, allora pensavo che il surf avesse un ruolo importante in quella guerra. Il Viet-nam era principalmente una guerra californiana, in molti la chiamavano “the Californian war”.  Era la California che si scontrava contro una antichissima cultura orientale. Ovviamente la California ha perso . E’ stato normale per me mischiare guerra e surfr in entrambi i film. Pensa agli elicotteri che si usavano in Viet-Nam con gli stemmi degli Hell’s Angels dipinti sulle fiancate. Io sono cresciuto a L.A. e la mia gang di surfer a Bù (Malibù) era la cosa più importante che avessi. La cultura tribale californiana letteralmente permeava quel conflitto. Il Viet-Nam aveva inoltre ottime onde  quindi il contatto tra guerra e surf fu inevitabile.” dichiara il regista John Milius in una intervista a SurfNews.

La guerra a cui sfuggono Matt Johnson e Leroy Smith e che miete il simpatico Waxer si infila a mò di  presagio funesto nella casa di Jack Barlow – che passerà da ammirato life guard a decorato ufficiale evitato al suo ritorno- in Catch 22 di Joseph Heller, il libro tenuto in mano dalla mamma di Jack Barlow la cui lettura è disturbata dalla rissa alpiano inferriore.

Yossarian il protagonista di Catch 22 è diventato a partire da quegli anni un simbolo caro a tutti i manifestanti pacifisti nel pinbadge “I’m Yossarian”
Il regista non si schiera nel film , non prende posizione pro o contro intervento in Viet-Nam. Tratta la cosa come un evento esterno, una calamità accaduta.
Tutte queste dicotomie narrative fecero si che il film non fosse accolto bene all’inizio ne dalla critica ne dal pubblico. Nemmeno Surfer’s magazine , la bibbia del surf, fondata da John Severson fu tenera con il film.
Era il 1978 quando uscì B.W. e si narrava coprendo un lungo periodo narrativo dove priorità e sensibiltà erano diverse. Ci volle tempo perchè al film  fosse resa giustizia.
A proposito di dicotomie e ciatzioni sotto traccia: Big Wednesday prende il nome da uno dei primi surf movie girato da John Severson nel 1961 che come ho detto poche righe sopra fondò la bibbia del surf Surfer magazine nel 1959 anno in cui inizio a surfare John Milius.